sabato 12 maggio 2007

Tante famiglie, un solo corpo sociale

E del resto non è tutto molto più mescolato? Non sono forse gli omosessuali figlie e figli, ma anche fratelli e sorelle, zie e zii, cognate e cognati, cugine e cugini, in tutta la gamma di relazioni che la grande e ampia struttura della famiglia include? Insomma, non esiste un mondo omosessuale veramente separato, a parte, diviso dalla comune vita sociale. Forse è questa la vera, grande paura. Il punto è che si preferirebbe la clandestinità, il silenzio. E la sofferenza, il dolore che questo comporta. Non solo per le persone omosessuali ma, appunto, per chi li ama, le loro famiglie, i loro amici.
Queste parole di Bia Sarasini fanno riflettere sul significato più ampio di famiglia e sulla portata della contrapposizione manichea gay vs non-gay. Il pregiudizio antiomosessuale mortifica in primo luogo i nostri cari, quelli che per primi e che più di tutti ci vogliono bene.
Le famiglie omosessuali nascono da quelle etero. Se le famiglie omosessuali non vengono ostacolate, è la famiglia eterosessuale che viene sterilizzata, ferita e offesa.
Siamo tutti la stessa famiglia, un solo corpo sociale: più lo sezioniamo, più lo deturpiamo. Il tessuto sociale costituito dagli affetti solidi e solidali degli italiani è come un albero a cui tanti cercano di togliere i rami sgraditi: questo è brutto, questo è storto, questo è debole, quest'altro minaccia gli altri, questo ha vita troppo breve, questo non ha frutti.
Alla fine, continuando a recidere, resterà una pianta morta, proprio per colpa di chi dice di amare la vita.

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