giovedì 31 maggio 2007

Lettera a Rosy Bindi e alle bambine d'Arabia

Signora Ministra Bindi,
sono mesi che rimugino su quello che lei ha affermato qualche tempo fa: "E' meglio che un bambino resti in Africa piuttosto che sia adottato da una coppia omosessuale".(*)
Un'opinione apparentemente innocente. Eppure, in questo paragone, il riferimento all'Africa peggiore è insito nella logica della frase stessa. Per dare un senso alla sua frase, Lei non si riferisce certo all'Africa migliore (tipo il Sud Africa, dove il matrimonio è sia etero che omosessuale). No, lei allude (o addirittura ammicca?) alle più difficili e aberranti delle vite: la fame, la malattia, l'ignoranza, la sofferenza, la guerra.

Meglio bambini soldato che figli di due gay. Meglio essere costrette alla propstituzione da piccole, che essere cresciute da due lesbiche. Questo è quello che lei, l'abbia inteso o no, l'abbia pensato o no, ha fatto venire in mente a milioni di Italiani. Nelle menti di tutti noi, anche solo per un attimo, è balenato questo pensiero. Fosse anche solo incosciamente, unicamente per rigettarlo con disprezzo, verosimilmente dicendo a sè stessi: "Ma come diavolo le è venuto in mente?".

Poi, ieri, in qualche modo ho ricordato il rogo che c'è stato in Arabia Saudita pochi anni fa, precisamente a Medina(**): una scuola prese fuoco durante la notte. Tutti gli studenti del collegio cercarono una via di fuga nel buio assoluto. I maschietti furono fatti uscire. Le famminucce, ancora bambine, nella fretta avevano lasciato il velo nelle loro camere. Per questo, chi era a guardia della scuola le ha fatte morire, arse vive. Quattordici. Mentre loro piangevano disperate e battvano i pugni sulla porta, divorate dalle fiamme, soffocate dal fumo, il guardiano teneva bloccata l'uscita, con impegno e senso del dovere. Si impiegò in ogni modo, e con successo, in nome della legge di quella Nazione.

A questo punto le chiedo : "Secondo lei, è meglio per una bambina restare in Arabia Saudita, oppure esssere accolta in una famiglia omosessuale?"Sembra una provocazione, ma invece è un modo per far venire a galla, e con chiarezza, il senso ultimo delle sue parole - se non nelle intenzioni, per quello che significano a molti.
Sotto le sue affermazioni sembra strisciare la convinzione che gli omosessuali sono in una condizione di sub-umanità o per lo meno di sub-civiltà, per la quale il non diritto o il diritto limitato è ammissibile. Quando un ministro si esprime in questi modi, la sua nazione si avvicina imrpovvisamente ai tempi in cui gli omosessuali non avevano diritto nè alla libertà nè alla vita. Un pericolo per tutti, non solo per i gay.E allora torno a farle la domanda: "Secondo lei, è meglio per una bambina restare in Arabia Saudita, oppure esssere accolta in una famiglia omosessuale?"

Tutti gli esseri umani non fondamentalisti, in cuor loro, penseranno che per una bambina è meglio crescere con due genitori omosessuali che in Arabia Saudita, nella quale da grande sarà costretta ad indossare il velo. E addirittura, già da piccola, corre il rischio di morire bruciata viva solo perché non lo indossa. Quell'Arabia Saudita la cui legge, nero su bianco, riconosce alle donne la metà del valore di un uomo. La metà di un uomo. Occorre dirlo due volte per afferrarne la portata.
Tutti penserebbero "Meglio due genitori gay che crescere in Arabia Saudita". Tutti sarebbero pronti a dirlo, a voce alta, senza paura. Di certe cose non si ha paura. Nessuno ha paura di difendere la vita di una bambina innocente.

Eppure lei, Rosy Bindi, non risponderà mai a questa domanda: con la scusante che l'argomento Islam è troppo delicato. Oppure affermando che si tratta di una provocazione. O che in Arabia Saudita le donne non vivono poi così male.In realtà, non risponderà perché non può. Perché è legata, mani e piedi, dall'ideologia che ha scelto di portare avanti: un'ideologia viva nelle nazioni dei secoli scorsi e nella Chiesa di oggi. (***) Un'ideologia che criminalizza l'omosessualità e intende limitare la libertà delle persone omosessuali. E le ideologie, si sa, non conoscono la pietà. Nemmeno nei confronti dei bambini.

"Per una bambina, è meglio crescere in una famiglia omosessuale o in Arabia Saudita?"

(*) LINK ALLA NOTIZIA
(**) LINK ALLA NOTIZIA
(***) LINK AL DOCUMENTO DELLA CHIESA
(***) CITAZIONI PRINCIPALI DEL DOCUMENTO
Nel documento Alcune considerazioni concernenti la risposta a proposte di legge sulla non discriminazione delle persone omosessuali ,1992, sezione B “Applicazioni” a firma di Joseph Ratzinger si legge:
“La "tendenza sessuale" non costituisce una qualità paragonabile alla razza, all’origine etnica, ecc. rispetto alla non-discriminazione”.
“Vi sono ambiti nei quali non è ingiusta discriminazione tener conto della tendenza sessuale: per esempio nella collocazione di bambini per adozione o affido, nell’assunzione di insegnanti o allenatori di atletica, e nel servizio militare.”
Le persone omosessuali, in quanto persone umane, hanno gli stessi diritti di tutte le altre persone […] Nondimeno questi diritti non sono assoluti. Essi possono essere legittimamente limitati […] è accettato che lo stato possa restringere l’esercizio di diritti, per esempio, nel caso di persone contagiose o mentalmente malate, allo scopo di proteggere il bene comune”.
“Includere la "tendenza omosessuale" fra le considerazioni sulla base delle quali è illegale discriminare può facilmente portare a ritenere l’omosessualità quale fonte positiva di diritti umani”.
“Vi è il pericolo che una legislazione che faccia dell’omosessualità una base per avere dei diritti possa di fatto incoraggiare una persona con tendenza omosessuale a dichiarare la sua omosessualità

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