domenica 20 maggio 2007

Appello ai sindaci: sposatemi!

Torno a ripeterlo: il matrionio tra uomini non è vietato e non è reato. Purtroppo, ad oggi, non sono mai esistite coppie di uomini che ne abbiano fatto richiesta (ma su questo torneremo più tardi) e che abbiano trovato la comprensione del sindaco.
Per la prima parte, mi sto dando da fare: vi prometto che da qui a pochi mesi, le domande di rihiceste di matrimonio omosessuali saranno migliaia in Italia.
Tuttavia, è poco credibile immaginare di trovare dei sindaci o degli ufficiali disposti a celebrare questo matrimonio tra uomini o tra donne.
Sia chiaro, se avvenisse un simile fausto evento, questo sindaco non sarebbe passibile né di denunce penali, né di sanzioni amministrative e nemmeno di multe. Nella legge non ci sarebbero gli estremi per punire il responsabile di un simile atto amministrativo. Tutto sarebbe secondo la legge.
Ovviamente, l'atto sarebbe impugnato e molte persone si opporrebbero a questo matrimonio. Tuttavia, varrebbe la pena di rompere il ghiaccio attraverso questa strada, come è già avvenuto, ad esempio, in America. I matrimoni sono stati annullati, ma il caso è andato alla corte suprema.

E allora? Allora faccio un appello accorato a tutti i sindaci d'Italia. Sposateci! Sposate il nostro amore! Date un riconoscimento alle nostre storie, alle nostre vite, alla nostra dignità! Fate un dono all'Italia e alla sua dimensione civica. Spsateci!
Inizio da Walter Veltroni, sindaco di Roma che quest'anno ospiterà il Pride Parade 2007. Walter, potresti per favore prendere due gay e sposarli?
E poi c'è Letizia Moratti. Cara Letizia. Io vivo a Milano, da anni do anima e cuore a questa città. Non sarebbe stupendo se tu, in qualità di sindaco, riconosca la dignità della mia persona e della mia famiglia?
Poi mi rivolgo al Sindaco della mia città natale, Ascoli Piceno, che sempre porterò nel cuore (la città, non il sindaco…). Carissimo Piero Celani, ti prego, almeno tu, rispondi al mio appello, per l'amore alla nostra terra che ci accomuna. Sposaci, me e Riccardo, nella stanza più bella del nostro comune.
Ai più questi appelli possono sembrare provocazioni. E invece non lo sono. Sono appelli che vengono dalla conoscenza della legge e dello spirito della costituzione.
E soprattutto provengono da un amore sconfinato per la mia patria. Ho deciso di restare in Italia e di sposarmi in Italia, perché amo questa terra, ma soprattutto ama la sua gente. Che si merita una nazione più libera, meno ipocrita e più serena. Coraggiosamente civile.
Infine, un qualunque cittadino italiano può celebrare il matrimonio civile. E allora sarebbe bello se Romano Prodi celebrasse il primo matrimonio omosessuale, o comunque qualche personaggio importante: Luxuria, Grillini, Silvestri, Pecoraro Scanio, Capezzone, Cecchi Paone e tutti i parlamentari omosessuali, o come va di moda, bisex. Cosa aspettate a muovervi in questa direzione? Temete di perdere la poltrona? Datevi da fare, piuttosto! L'Italia aspetta più civiltà e più dignità.

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