lunedì 21 maggio 2007

Come chiedere le pubblicazioni degli atti di matrimonio presso il tuo comune VALE ANCHE PER GLI OMOSESSUALI

Come promesso, ecco quali sono i passi per richiedere la pubblicazione degli atti.
Vi ripeto: gli omosessuali possono richiedere la pubblicazione degli atti. E' lecito!!! E è anche doveroso, visto lo scivolone verso il basso che sta facendo la nostra democrazia.
1) La pubblicazione degli atti di matrimonio deve essere richiesta presso il comune di residenza di uno dei futuri coniugi.
2) Il primo passo è contattare l'Ufficio Matrimoni del comune per fissare un appuntamento con l'Ufficio di Stato Civile.
TRANQUILLI: in questa fase l'impiegato del comune non può fare nulla per bloccare la procedura. Per capirci, se anche si presentassero due fratelli che vogliono sposarsi (cosa espressamente vietata dalla legge), l'appuntamento con l'ufficio di Stato Civile verrà comunque fissato. Se l'appuntamento venisse negato, scatta la denuncia a piede libero per violazione di atti di ufficio. E nessun impiegato si prenderebbe questa briga, anche se odiasse i gay con tutto il suo cuore. Anche se è iscritto a forza nuova, vi deve fissare l'appuntamento. E lo farà. Statene certi.
3) Alla data e l'ora concordate (passano circa due settimane) la coppia si presenta all'Ufficio di Stato Civile per chiedere la pubblicazione degli atti.
4) A meno che non vi troviate di fronte ad un santo, la coppia si imbatterà in un rifiuto della pubblicazione.
5) Per obbligo di legge, il rifiuto deve essere fornito su documentazione scritta ed ufficiale. Infatti, per legge, per niente e per nessun motivo due cittadini italiani devono trovarsi ostacolati nei loro progetti di matrimonio. E proprio con i documenti scritti lo stato garantisce il diritto agli sventurati cittadini che si imbattono in difficoltà amministrative. Anche quando sono gay.
E' fatta.
A questo punto, chi vuole può rispondere impugnando il rifiuto davanti al tribunale.
Ma fermiamoci qui. Non è necessario denunciare nessuno.
Costo di questa attività? Zero.
Se saremo in migliaia a fare queste richieste, avremo in mano un gran numero di documenti ufficiali, di svariati comuni di Italia. Tutti che negano ad una categoria di cittadini un diritto di cittadinanza.
Sono convinto che sarebbe un precedente importante, una leva legale e sociale non indifferente.
Basta volerlo: è possibile.
Basta capirlo: non è provocazione. E' un diritto.
E nel giro di pochi mesi sarà possibile dire: migliaia di gay vogliono sposarsi,ma viene loro negato. Fino ad oggi abbiamo denunciato, inutilmente, un fatto di principio. Quando si sarà affermata la cultura gay del diritto al matrimonio, sarnno i documenti ufficiali dei comuni italiani a parlare. E' ora di passare dalle parole politiche, ai fatti legali. E questi fatti, faranno volare i nostri sogni, facendoli più vicini a quelli di tutti i nostri conittadini.

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